"Io, velista in carrozzina:
Andrea al timone de 'Lo Spirito di Stella', il suo catamarano
La sfida di Andrea Stella, sull'Atlantico in catamarano: "Dopo l'incidente non ho rinunciato alle mie passioni. Un viaggio per dimostrare che l'handicap non esiste"
SANDRA BOZI – La Repubblica
Il 26 aprile a Coconut Grove, nella marina di Miami, prenderà corpo quella che il suo ideatore si ostina a definire "la realizzazione di un sogno". Il velista Andrea Stella varerà Wow-Wheels on waves, il viaggio che condurrà da Miami a Venezia passando per New York il catamarano "Lo spirito di Stella". Il primo al mondo accessibile a chiunque, abili e disabili.
Di mezzo un oceano, da attraversare in diciannove tappe. Ognuna con un equipaggio diverso, senza limiti di sesso, religione, cultura o provenienza, abilità o disabilità. La traversata ha l'obiettivo di dare visibilità alla Convenzione delle Nazioni unite sui diritti delle persone con disabilità: adottata da 192 Paesi, firmata da 126, ratificata da 49 (tra i quali l'Italia), ma sconosciuta ai più. "La riceverò a New York dal segretario generale Antonio Guterres e la consegnerò a Roma a papa Francesco", spiega Stella. Facile, no?
Per lui, i limiti non esistono. Una lezione che ha imparato a sue spese. "La vita - dice - può cambiare in un attimo, e bisogna essere un giunco per riuscire a flettersi senza farsi spezzare, e continuare più convinti di prima". Il "prima" di Andrea - oggi un quarantenne con gli occhi verdi e una barbetta brizzolata - è quello di un ragazzo di Thiene, nel Vicentino, abituato a vivere con il vento in poppa.
È il 29 agosto 2000, Andrea ha 24 anni. Da qualche settimana si è laureato in Giurisprudenza a Trento e ha deciso di regalarsi un viaggio. "Una pausa prima di tuffarmi nel mondo del lavoro - spiega - Opto per la Florida, dove ho degli amici e so di poter fare delle belle veleggiate". Atterra e affitta un'auto. Gli amici lo aspettano a Fort Lauderdale per festeggiare. "Faccio casino con il navigatore e arrivo in ritardo - racconta oggi, con una leggera inflessione veneta - Parcheggio dietro l'angolo, suono il campanello, ma non risponde nessuno. Al telefono, gli amici mi dicono che sono già al ristorante". Pazienza. Gli spiegano come raggiungerli. Cinque minuti di auto. Ma a quell'appuntamento Andrea arriverà solo quattro anni dopo. Su una sedia a rotelle. In catamarano.
Due uomini incappucciati - sorpresi a rubare la sua macchina - gli sparano. "Tre colpi, di cui due andati a segno: fegato, polmoni e colonna vertebrale - ricorda - Passo 45 giorni tra la vita e la morte. Poi, al risveglio, la diagnosi: paraplegia degli arti inferiori". Seguono mesi di riabilitazione, con la tentazione di scivolare nel buio. Ad aiutarlo sono i genitori. "Mia madre, insegnante, inventa stimoli sempre nuovi; mio padre, ingegnere, ridisegna completamente la nostra casa, aiutandomi a scoprire che l'handicap sta tutto nella nostra incapacità di pensare una vita accessibile a tutti".
Ma è Andrea che, al rientro in Italia, deve ritrovare la rotta e accettare la sfida di una vita tutta di bolina. Passione, coraggio, ironia e un pizzico di follia: grazie a questi ingredienti, nonostante la carrozzina, continua a sognare di poter navigare di nuovo, come prima dell'incidente. "Mare e barca a vela sono sempre stati le mie passioni: non riuscivo a pensare a una vita senza".
Gli serve però un'imbarcazione accessibile alle sedie a rotelle. Non esiste? Pazienza. Andrea la disegna assieme al padre. Un cantiere la realizza. Nasce così Lo spirito di Stella, un catamarano "pensato perché sia comodo per tutti, abili e disabili". E attorno ad esso l'omonima onlus, che realizza progetti volti alla sensibilizzazione per l'abbattimento fisico e culturale delle barriere architettoniche.
Nel 2004, Andrea torna a Fort Lauderdale, "dove la mia vita era cambiata per sempre". Deve riannodare i fili, ricominciare da quell'appuntamento mancato, misurare la distanza tra il ragazzo di allora e l'uomo di oggi. E lo fa partendo da Genova, a bordo del suo catamarano: "Back To Usa 2004 - racconta sorridendo - fu la mia prima traversata atlantica on wheels ".
Da quel momento, l'andatura di crociera aumenta, il progetto sociale prende forma e più di cinquemila persone veleggiano
con lui per capire che l'handicap non esiste. "La barca è un po' come la vita, solo che a bordo le dinamiche sono più accelerate, servono regole e capacità di condividere". Un folle? Più semplicemente un uomo che non ha paura dei propri sogni.