Il presidente dell'Inps a Repubblica delle Idee: "I sindacalisti sono un argine contro il populismo ma dovrebbero ridurre per primi i privilegi. Dal taglio dei vitalizi ai politici 140 milioni di euro per i poveri"
ROSARIO DI RAIMONDO - La Repubblica
"Se chiudessimo le frontiere ai migranti non saremmo in grado di pagare le pensioni. Ogni anno gli stranieri versano otto miliardi di euro in contributi e ne prelevano tre. È vero, un giorno avranno la pensione pure loro, però molti torneranno al loro Paese d'origine. I loro versamenti saranno a fondo perduto". Tito Boeri definisce l'istituto che presiede da un paio d'anni, l'Inps, un ente di "protezione sociale" e non di previdenza.
Pensa ai "100mila giovani che ogni anno se ne vanno all'estero" e a chi perde il lavoro a 55 anni, trovandosi in mezzo a una strada. Dice che serve un intervento su vitalizi e le pensioni d'oro, e dà uno schiaffetto ai sindacati, comunque lodati come "un argine contro il populismo": "Ma pure loro devono ridurre i privilegi".
RepIdee, Boeri: "Se chiudessimo le frontiere ai migranti non potremmo pagare le pensioni"
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"Anni di crisi hanno creato il populismo". Professore lo è rimasto, Boeri, che nel curriculum ha pur sempre scritto Bocconi ("E mi manca scrivere per Repubblica...", ammette all'inizio). Parte dalle origini del populismo, che di fatto coincidono con l'aumento delle disparità, della rabbia sociale, della povertà: "Anni di crisi hanno creato una forte domanda di protezione sociale. Ma non ci sono state risposte adeguate. Questi anni, uniti al rigetto della classe dirigente hanno scatenato il populismo: "Abbiamo bisogno di un reddito minimo, di un salario minimo per la protezione delle persone, per chi di fronte alla globalizzazione rischia di cadere in povertà".
"Disoccupazione giovanile intollerabile. Subito incentivi". La crisi parte dall'inizio. Dai giovani, formati e laureati, che non trovano lavoro. "Il livello della disoccupazione giovanile è intollerabile. Nel 2015, col Jobs Act, ci sono stati quasi un milione di contratti a tempo indeterminato grazie all'azzeramento degli oneri per le aziende. Allora perché non pensare di fiscalizzare i contributi dei giovani?". In altre parole continuare con questi incentivi, ridurre le tasse a chi assume. "I giovani - continua Boeri - sono già destinati a pensioni più basse, sarebbe una misura di equità. Centomila giovani l'anno vanno all'estero, persone che abbiamo istruito. C'è qualcosa che non funziona".