Affrontare questo argomento suscita contrapposizioni persino tra chi vuol ragionare. C'è da dire che l'argomento é complesso ed é utile sia affrontato da molteplici aspetti: scientifici ( qualunque decisione si prenda é importante che questa non sia antiscientifica .Siamo in una nazione dove la ricerca non entra nella mentalità dei cittadini, come paese non é opportuno che noi rinunciamo alla ricerca). Economici, risultati della produzione (sulle coltivazioni agricole). Sociali: rapporti tra operatori che producono, coltivano (i contadini) e consumano (i cittadini).. Produzioni in mano a multinazionali e loro effetti socio economici, etici (é giusto che un fattore della natura sia brevettato, cioè gestito da un solo soggettto che ne condiziona il mercato e i raapporti con i soggetti successivi). Se un fattore della natura é brevettato mi sembra che il passo successivo sia la possibilità di brevettare anche il corpo umano o sue varie parti. Insomma l'argomento va affrontato nella sua complessità mentre per il momento gli esperti, i tecnici, gli scienziati (anche persone serie - ma che si lanciano reciprocamente feroci accuse) forniscono una serie di dati e proposte tra loro contrapposte e in mezzo ci sono le persone normali che non sanno che pesci pigliare non avendo gli strumenti e la cultura per verificare le informazioni fornite. (ndr)
QUELLE MISTIFICAZIONI SUGLI OGM
UN FILO nero o rosso se qualcuno preferisce, intrecciato di irrazionalità, fanatismo, emotività, tecnofobia, antimodernismo, anti-industrialismo, populismo, etc., collega il caso Stamina, la propaganda politica che ha portato al recepimento restrittivo della legge sulla sperimentazione animale, le sentenze e le indagini sul presunto ruolo dei vaccini nell'eziologia dell'autismo e l'azione politica e legislativa contro la ricerca e la coltivazione di ogm. Si tratta di una corda alla quale si sta impiccando il futuro di questo Paese. Perché i problemi che verranno non saranno causati tanto dagli effetti immediati di decisioni irresponsabili, ma da quelli a medio termine prodotti dalla manipolazione dei fatti accertati e accertabili. Manipolazioni a cui troppe volte una stampa culturalmente impreparata sul fronte scientifico presta ascolto. La confusione sistematica e strumentale tra quel che si può credere, desiderare o preferire soggettivamente, e quel che si può provare o che è stato controllato e accertato oggettivamente, avrà un impatto diseducativo e destabilizzante sul piano di un presupposto culturale e civile che è da secoli il fondamento per una sana e funzionale convivenza democratica: la fiducia nelle istituzioni e quindi anche nella politica. Si voleva trasformare l'Italia in una meta di turismo delle staminali, cioè far fiorire cliniche e protocolli per somministrare pseudocure fantasiose che costano decine di migliaia di euro? Bastava dirlo apertamente, anche se sarebbe stato difficile farlo passare.
Non è però eticamente e medicalmente tollerabile che, in assenza di prove, si proponga la somministrazione di staminali, anche se fossero prodotte da veri medici e non da un professore di lettere, come cura consolidata per molte malattie. Checché dicano le sentenze di alcuni giudici che prescrivono i "trattamenti Stamina". Così come il vaccino trivalente non causa l'autismo, checché ne pensi qualche giudice capace di andare contro montagne di fatti e buon senso, per deragliare e sconfinare in attribuzioni che non gli si addicono. E ancora. Amiamo di più gli animali non umani dei bambini, dei malati o degli anziani? Lo si dica pubblicamente — e qualcuno che magari non ha figli o è insensibile alle sofferenze umane lo dice — che sono uguali agli uomini. Ma non ci s'inventi che i ricercatori "fanno vivisezione" e che la sperimentazione animale non serve, o che esistono alternative per trovare nuove cure o migliorare quelle esistenti per gravi malattie, tra cui Parkinson, Alzheimer, etc. Perché noi queste cose le studiamo e conosciamo davvero, sappiamo come si progredisce nello studio di gravissime patologie e conosciamo le precauzioni nell'uso di animali.
Si pensa che alcuni imprenditori più capaci di catturare le "credenze popolari" godano di maggiori diritti economici di altri e che coloro i quali coltivano credenze ingenue sul cibo ne sappiano di più o siano più affidabili di chi conosce la biochimica dell'alimentazione o la genetica molecolare delle piante? Anche in questo caso lo si dica apertamente. Chiedendo per esempio che invece di pagare ricercatori e docenti universitari che studiano e insegnano genetica, si affidi agli astrologi, agli omeopati o ai teosofi la formazione dei nostri agronomi, dei medici, e di coloro che poi entreranno nel circuito produttivo di innovazione industriale per partecipare alla crescita economica del Paese. Sarebbe più onesto, invece di sostenere che gli ogm sono dannosi per l'ambiente e mettono a rischio la sicurezza alimentare. Tout court e acriticamente.
Anche perché larga parte dei prodotti derivati da piante come la soia e importati in Europa, tra cui i mangimi che nutrono gli animali da cui si ottengono i prodotti Dop, sono ogm. Ovvero, in Italia non si possono produrre mais e soia ogm per fare mangimi economicamente competitivi rispetto a quelli ogm ipocritamente importati da Argentina, Brasile, etc. penalizzando l'agricoltura italiana. Un documento pubblicato l'anno scorso dall'European Academies Science Advisory Council — di cui è parte anche l'Accademia dei Lincei — sulle sfide e le opportunità della piante geneticamente migliorate dice esplicitamente che gli ogm non sono dannosi per l'ambiente e non attentano alla sicurezza alimentare. In esso si dice che, utilizzati tenendo conto delle esigenze ecologiche e delle caratteristiche della tecnologia, le biotecnologie genetiche possono ridurre l'impatto ambientale dell'agricoltura, limitando l'erosione dei terreni e riducendo l'uso di pesticidi ed erbicidi, ovvero consentendo di sviluppare miglioramenti genetici mirati secondo diverse esigenze locali.
Manipolare i fatti è pericoloso anche perché si rischia di aizzare le deboli menti impreparate. Perché non si permette in Italia di continuare almeno a fare ricerca sugli ogm? E perché non si possono adattare, e rendere anche più efficaci se lo si ritiene necessario, i metodi che già esistono per evitare le temute contaminazioni da ogm, consentendo così agli agricoltori che lo chiedono di coltivare questi nuovi prodotti? Gli autori sono docenti all'Università degli Studi di Milano e alla Sapienza di Roma
Commento all'articolo ” di Elena Cattaneo e Gilberto Corbellini
Leggendo il suddetto articolo, sono rimasto tristemente meravigliato per il tono aggressivo degli autori, che cosí definiscono chiunque abbia una visione diversa dalla loro. Nell’articolo, svariati sono gli argomenti affrontati nella ricerca di un consenso a ció che interessa loro maggiormente: gli organismi geneticamente modificati(OGM). Voglio quindi elencare una serie di fattori fondamentali per chiarire il contesto al lettore, non agli autori che certamente giá conoscono: -l’effetto a mezzo termine dell’ingestione di OGM é, ovviamente, sconosciuto (anche se giá si iniziano a registrare allergie); -gli OGM sono prodotti e venduti da enormi corporazioni il cui fine é quello che ci si aspetta da entitá di questo tipo: guadagnare denaro e pagare gli azionisti, non certamente ridurre la fame nel mondo; -queste corporazioni – la piú famosa é Monsanto, prima Monsanto Chemical Company, fornitrice nel passato recente per l’esercito USA del tristemente famoso gas Napalm (Agente Arancio) - utilizzano tutti i mezzi a loro disposizione, per influire e modificare le legislazioni nazionali ed ottenere cosí il beneplacito per le coltivazioni OMG, anche a costo della vigente normativa su salute e medio ambiente che possa costituire un ostacolo ai loro obbiettivi (vedi pubblicazioni sul tema di WIKILEAKS); -il sistema é estremamente semplice e Monsanto continua ad essere un buon esempio: l’agricoltore compra dei semi OGM, la cui modificazione, di fatto, a che cosa serve? Nella maggior parte dei casi (80% c.a.) a tollerare l’erbicida prodotto e brevettato dalla stessa compagnia. Il restante 20% del gene modificato contiene in sé un pesticida. In questo modo l’agricoltore puó abbondare nelle applicazioni dell’erbicida in questione, eliminando qualunque tipo di vita ad eccezione della sua coltivazione OGM; - ROUND UP, di Monsanto, é l’erbicida piú venduto al mondo; il suo principio attivo é il GLIFOSATO, talmente questionato per i suoi effetti in generale gravemente nocivi sulla salute, anche fetale, da essere giá probito in alcuni paesi; - in questo caso quindi Monsanto guadagna su tre fronti – la vendita del Round Up, la vendita dei semi OGM resistenti all’erbicida e la riscossione del tributo annuale per l’uso dei semi OGM brevettati; - la contaminazione da coltivazioni di OGM all’aperto a discapito di quelle naturali non si puó evitare: in questo modo si elimina il diritto di coloro che non vogliono produrre ne consumare in questo modo – in Messico é praticamente sparito il mais autoctono. Questo processo si chiama “erosione genetica”, ovvero la perdita irreversibile di moltissime varietá autoctone e della fondamentale diversitá agricola generale. Negli USA ed in Canada ci sono casi portati in tribunale di agricoltori contaminati da OGM che si negano a pagare la patente. In questo contesto di “guerra contro la natura”, sostenere che gli OGM non implicano in nessun modo un danno all’equilibrio ambientale é quasi divertente. La contraddizione posteriore “puó ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura”, deve essere chiarita, identificando il tipo di agricoltura a cui si riferisce, giacché sembra insinuare che l’agricoltura convenzionalemente praticata possa contenere piú sostanze nocive che quella con OGM. L’Agricoltura Biologica si basa sull’AGROECOLOGIA, che é una scienza sperimentale; tema, penso, volutamente lasciato fuori dagli autori nel loro arrabbiato articolo per concentrarsi su quello che, probabilmente a parer loro, é il fianco piú scoperto. L’Agricoltura Biologica é praticata da milioni di agricoltori che giornalmente devono ottenere risultati dalle scelte fatte per evitare il fallimento – é questa l’irrazionalitá di cui parlano gli autori? Migliaia di agricoltori – ed in crescita – praticano l’Agricoltura Biodinamica, basata su di una visione scientifica diversa (che gli autori definirebbero probabilmente stregoneria) che garantisce peró straordinari risultati: rigenerazione del suolo degradato dall’uso di agenti chimici, rafforzamento delle piante, aumento della produzione e qualitá dei prodotti imbattibile. Basta dare un’occhiata a qualunque fiera agroalimentare di qualitá per vederne la portata. Quale produttore applicherebbe queste tecniche se non dessero nessun risultato? Allora viene da domandarsi, sorpresi, il perché di questa rabbia, di questo atteggiamento offeso ed offensivo dell’articolo in questione: la risposta probabilmente é chiusa in questa significativa frase “ chiedendo per esempio che invece di pagare ricercatori e docenti universitari che studiano ed insegnano genética..” che dimostra quanto chi dipende professionalmente dagli OGM si senta minacciato nelle proprie tasche e nella propia ingenuamente considerata superioritá intellettuale. Agli autori sembrerá perció conveniente che l’Europa centri il suo modello di agricultura in competizione con i “deserti verdi” degli USA, dell’Argentina (24 milioni di ettari di OMG, la famosa “Pampa Ganadera” non esiste piú) o del Brasile. Addio alle specificitá territoriali, le sfumature di natura e sapori, la variatissima richezza costruita durante secoli in Europa, prima fra tutti l’Italia. La mentalitá delle corporazioni dei semi OGM e dei veleni chimici contro erbe ed animali é la stessa di coloro che chiedono il “fracking” per ottenere gas in nome di una energia “economica” e sono disposti a riempire il sottosuolo di sostanze chimiche senza curarsi degli effetti nelle acque sotterranee, dei potenziali movimenti sismici di assestamento o delle emissioni di gas velenosi; é esattamente la stessa mentalitá di coloro che vogliono perforare campi e mari in cerca di petrolio e, nel caso si trovasse, poco importerebbe la distruzione del territorio (vedi articolo dello scorso 11 aprile sull’Emilia Romagna in LA REPUBBLICA) e l’avvelenamento dell’aria e dell’acqua: si dará lavoro e, se necessario, compensazioni economiche; é la stessa mentalitá di coloro che chiedono miniere a cielo aperto, facendo sparire colline e montagne, di nuovo inquinando l’inquinabile in modo irreversibile. É questa una mentalitá inferma, promossa da insaziabili ingordi, in una folle danza di denaro e distruzione, convinti che proprio il denaro accumulato li renderá immuni dai mali da loro stessi provocati. Mentre queste corporazioni e coloro che se ne beneficiano sognano e si impegnano nel loro mondo ben uniformato e ricco di benefici soltanto per loro stessi, in Europa migliaia e migliaia di agricoltori continueranno a produrre proteggendo e rigenerando il suolo, inventando soluzioni in base alla reale disponibilitá di acqua, generando la maggior biodiversitá possibile – metodo creato da madre natura per evitare il diffondersi delle piaghe senza dover ricorrere a veleni. L’aumento di vita nel suolo implica anche l’assorbimento di Carbonio dall’atmosfera, riducendo in questo modo i gas “effetto serra” e quindi il cambiamento climático. E alla fine producono con orgoglio alimenti sani, vivi, vitali, di alta qualitá e “nel pieno possesso delle proprie facoltá”.
Meno ideologia, più biodiversità.
Intervento di Susanna Cenni cenni
Potremo mai, in questo Paese, parlare di Ogm senza collocare qualcuno nel girone degli oscurantisti o in quello dei produttori di "cibo Frankestein"? Me lo chiedo perché, troppe volte, la discussione si arrocca su posizioni ideologiche che, invece di chiarire, confondono. Ingegneria genetica, alimenti transgenici, libertà di ricerca, aspetti sanitari e molto altro si mischiano, perdendo di vista il punto della questione, che, a mio parere, è la risposta alla domanda: quale sviluppo, quale agricoltura e quale produzione di cibo vogliamo nel prossimo futuro per l'Italia, ma non solo? L'ultimo contributo ad infiammare il dibattito è stato quello della senatrice Elena Cattaneo che, insieme al professor Gilberto Corbellini, hanno attaccato chi considera gli Ogm dannosi, parlando di 'mistificazioni, irrazionalità e populismo'. Non entro nel merito delle accuse, considerato che oltre a molti esponenti del mondo agricolo e ambientalista, tanti cittadini, la Camera, il Senato, il Governo e le Regioni hanno dibattuto e si sono espresse sulla materia, per tornare alle mie domande. Tra un anno avremo in Italia l'Expo che tenterà di discutere di cibo e della possibilità del pianeta di nutrire tutti. Un'occasione per una nuova visione del futuro e riformare le relazioni economiche, sociali, ambientali a partire dal cibo. Del resto, le stesse rappresentanze Fao hanno precisato che 'se vogliamo che la piccola agricoltura familiare nel mondo cresca, dobbiamo migliorare le varietà senza ricorrere agli Ogm'. Tutto fanatismo? Io penso di no. Se l'agricoltura italiana vuol diventare un grande comparto economico, svolgendo una funzione di difesa del territorio, deve puntare sulla biodiversità. Sovranità e sicurezza alimentare si garantiranno solo con un'iniezione di democrazia e trasparenza nel mercato delle sementi. Questo significa che la ricerca va fermata? Tutt'altro. C'è bisogno di ricerca, ma non di prendere a scatola chiusa i risultati prodotti dalle solite multinazionali delle sementi. La ricerca va fatta in sicurezza, non possiamo permetterci ancora rischi di contaminazione che potrebbero compromettere la nostra vera ricchezza: la biodiversità. Negli anni ho avuto la fortuna di misurarmi con tante realtà europee e tante competenze scientifiche. Non ho mai demonizzato nessuno e non considero irreversibili le idee. Mi piacerebbe lo facessero tutti. Oggi il dossier Ogm va riaperto consentendo agli stati membri di compiere scelte normative in piena autonomia. Spero, poi, che da Expo 2015 emergano le condizioni per costruire un trattato internazionale capace di dare una centralità diversa al tema del cibo. Susanna Cenni Deputata Pd alla Camera.