Addio al guru che portò lo yoga in Occidente
Iyengar si é spento a 95 anni in India. Il suo meodo adottato in oltre 70 paesi,
LA FORMAZIONE: B.K.S. Iyengar nato nel 1918 a Bellur,padre insegnante, viene introdotto allo yoga a 16 anni. Tre anni dopo il suo maestro lo invia a Puna come istruttore.
I SOSTEGNI: La sua disciplina è not perché, nonostane l'avversione degli ortodossi, consene l'uso di sostegni, come cinture e sgabelli, per facilitare le posizioni dello yoga.
GLI ALLIEVI: diviene famoso negli ani '50 grazie all'incontro con il suo allievo più illustre, il violinista Yehudi Menuhin. Tra i suoi allievi anche l'autore de "il mondo nuovo" Aldous Huxley.
Rimondo Buktrini - La Repubblica
LO yoga ha perso il maestro dei maestri, il guru indiano che ha insegnato al mondo moderno la via più semplice d'accesso a tecniche antichissime di controllo del corpo e del respiro. Per i cultori dello Hata Yoga, il 95enne B. K. S. Iyengar scomparso ieri a Pune è un personaggio storico. Non solo perché l'Occidente e personaggi famosi negli ultimi 40 anni, come l'autore de Il mondo nuovo Aldous Huxley, hanno appreso da lui come mettere in pratica a ogni età l'aforisma latino mens sana in corpore sano , ma perché Iyengar ha avuto il coraggio di sfidare i suoi stessi connazionali induisti ortodossi, che ritenevano i suoi metodi per facilitare l'apprendimento una "commercializzazione" degli insegnamenti Hata. Invece è stato proprio grazie all'uso di cinture, sgabelli, cuscini e altri strumenti pratici che gli studenti dei suoi corsi hanno potuto comprendere la giusta postura per progredire con gli esercizi più difficili a corpo libero. «La cosa più importante è l'attitudine mentale di chi pratica lo yoga», aveva detto in una delle sue ultime interviste.
Yiengar si è spento nella sua casa-ashram di Pune a causa di un'insufficienza renale, ma è probabile che — grazie il controllo del respiro e della mente — sia riuscito a concretizzare fino all'ultimo il motto che campeggia sul suo seguitissimo sito web: «Vivi felicemente, muori maestosamente». Anche il neopremier dell'India Narendra Modi, a sua volta un praticante di yoga, gli ha reso omaggio con parole di reverenza su Twitter: «B. K. S. Iyengar verrà ricordato per generazioni come un grande guru studioso e coraggioso, che ha portato lo yoga nella vita di molti in tutto il mondo ».
Di certo la sua è stata una vita dedicata con enorme successo a una delle pratiche fisiche e spirituali oggi più diffuse tra quelle esportate dall'Oriente e dall'India in particolare. Aveva iniziato a 16 anni per guarire da tifo, malaria e tubercolosi, e appena tre anni dopo — perfettamente sano — il suo maestro lo mandò a Pune perché parlava un po' d'inglese e poteva insegnare i movimenti noti come asana a un pubblico più vasto. Per decenni ha sviluppato le sue tecniche in qualche modo rivoluzionarie che non disdegnavano i supporti per l'apprendimento, ma basate sull'estrema precisione della postura e del respiro senza alcuna concessione alle varianti "occidentalizzate" oggi in voga nelle palestre di fitness.
A renderlo celebre quando aveva ormai superato i 50 anni, fu l'incontro con il suo studente forse più illustre, il violinista Yehudi Menuhin, che lo fece conoscere al di fuori dell'India. Oggi nelle palestre di oltre settanta Paesi, si tengono un'infinità di corsi diretti da suoi discepoli qualificati dopo almeno due anni di pratica nei cento centri autorizzati a usare il suo nome, sinonimo di un metodo preciso. Tanto che le sue versioni degli asana dello Hata sono considerate le più vicine alla disciplina vedica e pre-vedica, attribuita dallo stesso Iyengar ai testi del semileggendario Patanjali. «Il mio corpo è un tempio — diceva — e gli asana sono le mie preghiere ». Iyengar stesso mise però in guardia dalla semplificazione dei suoi metodi: «Tutti possono praticare lo yoga — disse — ma solo uno su un milione può davvero definirsi uno yogi ».