AIUTI STATALI ALLE BANCHE - Europa & Banche, il sostegno (nascosto) degli Stati
Durante la crisi economica (2007-2013) i governi nazionali dell'area euro hanno fornito aiuti ai sistemi finanziari e bancri in misura molto diversa.
L'Italia ha dato aiuti pe circa 4 miliardi di euro, a fronte di 250 miliardi del governo tedesco e dei 163 miliardi del governo britannico.
Le cifre le dà il Commissario Barnier a Bruxelles. Mille miliardi di euro sono le perdite subite dalle banche europee tra 2007 e 2010 (8% del Pil dell’Unione), 4500 gli aiuti di Stato concessi dalla Commissione europea agli istituti di credito (37% del Pil). A questo bisogna aggiungere una contrazione del 6% della produzione totale dell’Ue (dati Eurostat) dovuta principalmente alla crisi finanziaria. Insomma il quadro è perfetto. Una cosa ormai è evidente a tutti: questa crisi economica nasce, si sviluppa e continua in seno all’attuale sistema bancario internazionale. Colossi del calibro di Bear Sterns e Lehman Brothers (Stati Uniti) e Northern Rock, HBOS e Bradford and Bingley (Gran Bretagna) hanno causato un’ondata di crisi globale che ha investito tutto il mondo e che continua ad effetto domino. Inutili gli interventi europei a suon di cash a RBS, Bradford e Lloyds (Gran Bretagna), KBC Group (Belgio), Bayern LB e Commerzbank (Germania), Allied Irish Banks e Bank of Ireland (Irlanda) e Cajasur (Spagna). La crisi passa da istituto a istituto, da Paese a Paese, ma non dà segno di passare.
E dire che gli aiuti di Stato, in tutti gli altri settori dell’economia reale, sono vietati dal trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Questo perché, secondo Bruxelles, “favorendo alcune imprese a scapito dei concorrenti, questi aiuti di Stato possono falsare la concorrenza”. Ecco allora che il 30 marzo scorso, ad esempio, l’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia Ue per un pacchetto di finanziamenti concessi ad alcuni albergatori sardi, dichiarato illegittimo da Bruxelles e mai recuperato da Roma. Oppure ecco la condanna di 30 milioni di euro arrivata nel novembre 2011 per non aver recuperato gli aiuti per contratti di formazione lavoro elargiti a centinaia di aziende in forma di sgravi fiscali.
Ma questo discorso per le banche non vale. Alcune deroghe, infatti, autorizzano “gli aiuti che siano giustificati da obiettivi di comune interesse, ad esempio gli aiuti destinati a servizi d’interesse economico generale”. Vallo a dire a chi ha dovuto chiudere l’attività per fallimento o a chi per pagare l’Imu dovrà fare i salti mortali.