ASCOLI PICENO. MICHELE BOCCI - La Repubblica
Messaggi su carta per ricordare, per consolare. Oggetti, foto, tanti fiori per rendere meno duro il distacco a chi resta. A questi genitori, fratelli, figli che adesso si abbandonano sulle seggiole accanto alle bare. Sopra una delle due più piccole, quelle bianche, qualcuno ha lasciato un bigliettino. È indirizzato a Giulia, la bimba di 9 anni morta a Pescara del Tronto. L'hanno ritrovata sotto le macerie, sdraiata sulla sorella di 4 anni Giorgia che forse grazie a lei è ancora viva. A scrivere è uno dei soccorritori, si firma Andrea e usa una grafia ordinata, in stampatello. «Ciao piccola, ho solo dato una mano a tirarti fuori da quella prigione di macerie. Scusa se siamo arrivati tardi». Le parole sono carezze per i familiari di Giulia. Cercano di sapere chi le ha scritte, alla fine del funerale chiedono a un vigile del fuoco di Teramo di aiutarli a rintracciare quella persona: «Vorremmo dirgli grazie». In realtà nel biglietto Andrea non dice di essere un pompiere, ma il tenore del testo ha fatto subito pensare che si tratti di uno di loro. E ieri in tutti i comandi provinciali dei vigili del fuoco che hanno inviato uomini sul disastro lo hanno cercato per metterlo in contatto con i familiari della bimba, e dirgli che quel biglietto ha colpito al cuore tutti.
«Purtroppo avevi già smesso di respirare - prosegue Andrea - ma voglio che tu sappia da lassù che abbiamo fatto tutto il possibile per tirarti fuori da lì. Quando tornerò a casa mia all'Aquila saprò che c'è un angelo che mi guarda dal cielo e di notte sarai una stella luminosa. Ciao Giulia, anche se non mi hai conosciuto ti voglio bene». Dopo la firma con il solo nome di battesimo c'è un cuoricino. Il biglietto è stato posato sulla bara, dove ci sono anche un orsacchiotto bianco e la foto della bimba. Quella di Giulia non è la cassa più piccola, accanto c'è quella di Marisol, che aveva 18 mesi. Era la figlia di Martina Turco, la donna scampata al terremoto dell'Aquila, che non ha potuto partecipato alla funzione perché è in ospedale. La cassa è stata avvolta nella bandiera bianca e rossa della Piazzarola, una dei sestrieri che partecipano alla Quintana di Ascoli. C'è invece un gagliardetto della Juventus ad accompagnare Giulio Celani, arrivato vivo in ospedale la notte del terremoto. Elena è una ragazzina con gli occhi chiari e una maglietta bianca. Sta seduta vicino alle bare della sua amica Lucrezia, 16 anni, e di sua madre Piera. Il biglietto di addio lo ha scritto lei. «Piera e Lucrezia, due angeli curiosi che sono stati amici e parte della nostra vita. Sempre insieme, forti e coraggiose, hanno lasciato un pezzettino di loro in chiunque le abbia conosciute. Dopo aver girato il mondo insieme sono partite per il loro più lungo viaggio, iniziato nel luogo che gli trasmetteva sempre tanta pace. Ringraziamo Dio di averle conosciute». Piera cresceva da sola la sua ragazza. Vivevano a Milano e come tutti gli anni a fine agosto trascorrevano alcuni giorni a Pescara sul Tronto. Sono in romeno le parole dedicate a Violeta Moldovan: un invito a Dio a fare riposare in pace questa donna che era venuta in Italia per lavorare, come badante di una signora che abita a Roma. Erano insieme a Pescara per qualche giorno di villeggiatura. L'anziana è sopravvissuta, Violeta invece è morta.
IL BIGLIETTO
"Ciao piccola, ho solo dato una mano a tirarti fuori da quella prigione di macerie, scusa se siamo arrivati tardi..." È il biglietto che uno dei soccorritori ha lasciato sulla bara di Giulia la bimba di 9 anni morta a Pescara del Tronto. La sorella Giorgia invece è stata salvata
