Carissimo Serra,
esistono le famiglie omosessuali? Io penso di no. Spiego. Prendo in prestito dalla genetica fenotipo e genotipo (semplificando come si appare e come si é). E’ chiaro che una famiglia composta da due uomini o due donne appaia costituita da soggetti dello stesso sesso, ma i primi ad accorgersi della presenza di caratteristiche maschili e femminili (razionalità, pragmatismo, sensibilità emotiva, capacità di empatia, forza fisica, ecc.) sono proprio i bambini che vivono in queste famiglie.
E’ stato accertato che non sono e non si sentono diversi. Questo vuol dire che riconoscono sempre la presenza di “mamma” e “papà” anche se le caratteristiche femminili e maschili non sono polarizzatete su individui (fenotipicamente) bene identificabili, come succede nelle coppie eterosessuali, ma sono distribuite in modo random su due soggetti della coppia (siano essi due uomini o due donne).Consiglierei ai vari paladini della famiglia “tradizionale” di avere maggior rispetto per le capacità e il buonsenso dei bambini.
r Auguro a loro (i bambini!!!) di avere degli adulti che li amino e li aiutino a crescere che a loro non capitino quelle violenze anche estreme statisticamente presenti nelle famiglie eterosessuali: la saluta un nonno settantenne, prevalentemente maschio, con tre splendide nipotine.
LA risposta di Serra
Riconosco che il tema delle adozioni (confinante ma non coincidente con quello dell’utero in affitto) è quello più discutibile. Da molti viene impugnato pretestuosamente per minare l’intera materia delle unioni civili. Altri ne parlano con intelligente perplessità come il lettore Alberto Stancari che mi scrive per dire che non possiamo ”pianificare tutto quello che ci pare e piace solo perché la tecnica ce lo consente: il concetto di limite mi è caro. In me prevale la convinzione che la vita sia plurale e imperfetta; che si venga al mondo, e ci si cresca in mezzo, nelle circostanze più varie e disparate, e sia non solo legittimo, ma anche logico che le leggi umane ne prendano atto, cercando di allargare tutele e diritti a quante più famiglie possibili. Non è vero – e sto parlando di persone e di vite vere – che esista un solo modo di essere “famiglia”. Né che allevare figli sia un’attività codificata. C’è chi è cresciuto con nonni e zie più presenti e determinanti dei genitori biologici; chi con padre e madre diverso da quello “legale”. Chi in orfanatrofio e dunque senza alcun genitore: Chi infine con genitori assenti, ancorché ambosesso; e avendiìo decisive figure di riferimento esterne alla famiglia.
Tendo dunque a dare ragione a “nonno Paolo”: per essere cresciuti da due persone dello stesso sesso non è di per sé un problema, così come certificato, almeno fi qui, dagli studi disponibili. Il solo vero problema per i bambini, è la mancanza di amore e protezione. E’ immaginabile che la vera difficoltà, per bambini cresciuti da genitori dello stesso sesso, sia piuttosto il pregiudizio che si manifesta a scuola, in mezzo a compagni e professori non sempre all’altezza. Ma resistere al pregiudizio è una delle esperienze che tutti o quasi dobbiamo fare per diventare adulti: e cedere al pregiudizio una delle peggiori rese che possono capitare.