Michele Serra - La Repubblica
Dopo aver detto - ed é giusto dirlo - che la sinistra sbaglia tutto, che la signora Clinton odora di vecchio establishmentlontanoun miglio, che il politically correct ha rotto, che se nonindichi uno sbocco giusto alla crisi,la crisitroverrà uno sbocco purchessia,che bisogna governare l'immigrazione se si vuole evitare che le paure della ordinary people si trasformino in paura,e il panico generi mostri, che i lavoratori bianchi hanno ottime ragioni per essere incazzati, magari non perché sono bianchima perché sono sottooccupati, che gli editorialisti dei quotidianidelle grandi cittàsono dei fichetti con la volvo che non capiscono niente della vita e dei problemi di quelli che guidano il pick up dell'Arkansas o in Arizzona.
Insomma, dopo aver snocciolato l'intero rosario dell'inadegutezza e della colpevole inettitudinee del "signora mia come siamo ridotti noi di sinistra", mi sento in diritto di aggiugere che considero Trump una persona dalla biografia ripugnante, di modi ripugnanti : la sua vittoria sintomo solo in parte di nuovi disagi,e in partemolto cospicua della revanche anti Obama del peggior vecchiume reazionariodi una tragica, deprimente America bigotta, ignorante e maniaca delle armi, e che l'esultanza simultanea, in tutto il mondo, dei fascisti di ogni ordine e grado,dice, dell'accaduto, se non tutto moltissimo.