'Amori e inganni', ragazze andate a lezione da Lady Susan
 
 
Passano i decenni, anzi i secoli e i giochi sapienti d'amore scritti agli inizi dell'800 da una zitellina cagionevole, ancora incantano le donne, anche le più monelle. La signorina Jane Austen è diventata tra le scrittrici (e scrittori) la più sfruttata dal cinema (persino un Orgoglio e pregiudizio e zombie), dalla televisione e dal teatro, ma anche dall’editoria, perché ogni tanto escono un romanzo o un saggio su di lei. Periodicamente arriva una cineversione di Ragione e sentimento o di Emma, ed è sempre come se fosse la prima volta: ci si commuove, si sogna. Eppure non era ancora venuto in mente a nessuno quale meravigliosa storia da cinema (per gli appassionati del ramo, ovvio) poteva essere Lady Susan, breve romanzo in forma epistolare scritto da una Jane più o meno ventenne e ancora insicura, che poi lo aveva dimenticato in uno dei suoi cassettini profumati. Ci pensò il nipote James Austen-Leigh a trovarlo e pubblicarlo nel 1871, 54 anni dopo la morte della parente. Da noi, dice la Jane Austen Society of Italy, è possibile che il volumetto sia stato pubblicato per la prima volta soltanto nel 1979, dalla editrice femminista La Tartaruga. Adesso se n'è innamorato Whit Stillman, regista americano che non solo ne ha fatto un film molto rispettoso del libro sino quasi alla fine, ma ne ha scritto una versione (accompagnata dal testo epistolare), intitolata come il film Amore e inganni, in cui Lady Susan, "finalmente vendicata" è un angelo e Jane Austen "l'Autrice Zitella" (edizione Superbeat).
 
Il fascino del film è quello dell’attrice protagonista, Kate Beckinsale, bella e brava, che riesce a dare a Lady Susan una luce, una capacità di seduzione, un’intelligenza astuta e, in lingua originale, una voce scura e dolce, una femminilità così studiata e quindi irresistibile che rende le persone attorno a lei sbiadite, ovvie, vuote e succubi: soprattutto gli uomini che se ne innamorano e se ne lasciano manovrare, siano essi giovani e intelligenti o giovani e sciocchi, ma comunque sempre molto ricchi. Lady Susan è una vedova matura (35 anni, in quel tempo quasi vecchia), in gravi ristrettezze economiche, con una figlia adolescente da sposare riccamente in modo da risolvere la loro indigenza. La signora è tuttora bellissima e soprattutto è una grande simulatrice, la sua vera seduzione: dove arriva fa disastri che sa trasformare a suo vantaggio ribaltando la verità. Ospite di una nobile famiglia amica, seduce il bel marito della padrona di casa e sottrae il fidanzato di una di lui sorella per destinarlo alla figlia. Senza una casa sua, praticamente cacciata dagli amici, raggiunge l’opulenta dimora di campagna del cognato (come vige tuttora in Inghilterra, il primogenito maschio delle famiglie aristocratiche eredita titolo e tutto il resto), buonissimo e ingenuo, e anche lì fa stragi sotto gli occhi desolati della giovane cognata.
Ma perché Lady Susan è così irresistibile, a parte il vitino di vespa, gli occhi malinconici, la massa di capelli arricciati attorno al viso, il lutto stretto, il gran cappello nero piumato sotto cui s’intravede il suo profilo infantile? Perché secondo il comportamento femminile d’epoca, oggi erroneamente dimenticato, Lady Susan usa la sua intelligenza con dolcezza e sottomissione, sempre devota, sempre riconoscente, e soprattutto mamma esemplare di una figlia di cui vuole solo sbarazzarsi.
Ogni suo gesto, ogni suo sguardo, ogni sua parola hanno l’incanto dell’ipocrisia soavemente e fermamente gestita. Solo con l’amica (Chloe Sevigny) tornata dal Connecticut dopo che l’Inghilterra ha perso la guerra di indipendenza americana, e con quella che gratuitamente le fa da dama di compagnia, mostra tutto il suo disprezzo per gli altri, i suoi piani di conquista, la sua sicurezza, il suo amore proibito. Naturalmente come i tanti film ambientati alla fine del XVIII secolo nell’Inghilterra sempre in guerra di Giorgio IV, subito dopo la fine della Rivoluzione in Francia, i bellissimi abiti femminili espongono il seno, i valletti portano la parrucca bianca, gli anziani aristocratici quella castana, i giovanotti hanno belle pettinature ricciolute o in testa un alto cilindro; poi carrozze, cavalli, candelabri, ritratti di antenati e una quantità impressionante di bei salotti uno in fila all’altro. Si immagina che la giovane Austen, che in quegli anni aveva un corteggiatore senza futuro, si sia ispirata per la sua Lady Susan alla nobile francese, amica di famiglia, Eliza de Feuillide, il cui primo marito era stato ghigliottinato nel 1794 e che poi avrebbe sposato Henry, uno dei fratelli maggiori di Jane, di dieci anni più giovane della sposa, come gli innamorati di Lady Susan. Il film e la protagonista Kate Beckinsale potrebbero dare lezioni a quelle ragazze di oggi che fanno fatica ad assicurarsi un personaggio fuori moda eppure sempre molto ambito che è un partner fisso, non deludente e non distratto: il cuore maschile in realtà non è tanto cambiato nei secoli, sbattere le palpebre in silenzio e con devozione, può ancora avere molto successo. Attendo proteste.