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10 gennaio 2017 2 10 /01 /gennaio /2017 20:45

Golden Globe, Meryl Streep contro Trump: «La violenza genera violenza»

di Stefania Saltalamacchia

L'attrice premiata alla carriera contro il neopresidente Usa (senza mai nominarlo): «Quando ha imitato un reporter disabile, mi ha spezzato il cuore. Se i potenti usano il loro potere per bullizzare gli altri perdiamo tutti». La risposta di Trump: «È una Hillary-lover»

Il discorso di Meryl Streep: http://www.ilgiornaledivicenza.it/home/spettacoli/meryl-streep-attacca-trump-e-cita-vicenza-1.5404015  

 

Meryl Streep vince il Golden Globe alla carriera (il premio Cecil B. DeMille Award). E sul palco della 74esima edizione dei premi pronuncia - con un filo di voce - uno dei discorsi più sentiti ed emozionanti. A favore della diversità, delle opportunità, del potere che non dev'essere mai abuso. Ed è chiaro il riferimento al neopresidente americano Donald Trump. Nonostante l'attrice non pronunci mai il suo nome.

Ecco il testo: «Vi amo tutti, ma dovete perdonarmi se ho perso la voce urlando e lamentandomi questa settimana e ho perso la testa un po’ di tempo prima per cui dovrò leggere», dice il più volte premio Oscar, «Grazie Hollywood Foreign Press, giusto per sottolineare quello che ha già detto Hugh Laurie, voi e tutti noi apparteniamo alla categoria più diffamata in America. Pensateci: Hollywood, foreigners (stranieri), press (stampa). Chi siamo noi e cos’è Hollywood? Tante persone provenienti da posti diversi. Io sono nata, cresciuta e sono stata educata nella scuola pubblica del New Jersey, Sara Palz è nata in Florida, cresciuta da una madre single a Brooklyn, Sarah Jessica Parker era una di sette/otto figli in Ohio, Amy Adams è nata a Vicenza, Veneto, in Italia e Natalie Portman è nata a Gerusalemme. E la bella Ruth Negga è nata in Etiopia e cresciuta in Irlanda ed è stata chiamata a interpretare una ragazza delle Virginia. Ryan Gosling come tutte le persone più gentili è canadese e Dev Patel è nato in Kenya, cresciuto a Londra e chiamato ad interpretare un ragazzo indiano, Quindi Hollywood è piena di outsider e stranieri, per cui se dovessero cacciarli via non avreste altro da guardare che non sia football o arti marziali».

E ancora: «Il lavoro di un attore è entrare nella vita di persone diverse da noi e farvi vivere ciò che provano loro e ci sono state così tante performance quest’anno che hanno fatto proprio questo, ma ce n’è stata una in particolare che mi ha colpito, ma non in senso buono, ma ha raggiunto il suo scopo: far ridere il pubblico. È stato il momento in cui la persona chiamata a sedersi nel posto più rispettato del nostro Paese ha fatto l’imitazione di un reporter disabile, una persona che non poteva difendersi. Questo mi ha spezzato il cuore e non riesco a non pensarci perché non era in un film, ma era vita reale e questo istinto a umiliare, a bullizzare, quando viene da qualcuno potente sembra dare il permesso ad altre persone di fare lo stesso».

«Mancanza di rispetto porta mancanza di rispetto, la violenza genera altra violenza. Quando i potenti usano la propria posizione per mettere altri a disagio perdiamo tutti. Questo mi porta alla stampa: abbiamo bisogno che la stampa ci sia per ogni oltraggio, per questo i nostri fondatori istituirono la stampa e la sua libertà. Per questo chiedo alla Foreign Press di continuare ad andare avanti perché noi abbiamo bisogno di loro e loro di noi per salvaguardare la verità».
Infine Meryl non ha dimenticato di ricordare l'amica e collega Carrie Fisher, scomparsa il 27 dicembre 2016, dopo un attacco cardiaco: «Quando un giorno ero sul set e mi preoccupavo per la cena o per un'altra cosa del genere, Tommy Lee Jones mi disse: “Non è un privilegio essere un attore, Meryl?”. Sì, lo è e dobbiamo ricordarcelo. Dovremmo essere tutti consapevoli del privilegio di questo lavoro che stasera Hollywood premia. Come la mia amica, la mia cara amica, venuta a mancare, Principessa Leia una volta ha detto: "Prendi il tuo cuore spezzato e rendilo arte"».

Il discorso dell'attrice ha fatto il giro del mondo (e della rete) in pochi minuti. E la replica di Trump non è tardata ad arrivare, sulle pagine online del New York Times: «Non mi sorprende», ha dichiarato il presidente eletto in un'intervista telefonica, precisando di non avere ancora ascoltato il discorso, «Streep è una Hillary (Clinton, ndr)-lover». Infine, Trump ha precisato di «non aver deriso nessuno». Ma il discorso di Meryl Streep resta storia.

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