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28 giugno 2013 5 28 /06 /giugno /2013 18:13

Stati Uniti, svolta storica per le nozze gay. Il matrimonio non è solo tra uomo e donna

La sentenza della corte suprema. Obama esulta”Grande passo in avanti”

NEW YORK - Le 10 di mattina sono passate da un minuto, l' urlo quasi precede la scritta "breaking news" della Cnn: il Defense of Marriage Act, la legge federale che sancisce il matrimonio solo come unione tra uomo e donna è incostituzionale. Fa caldo, dentro la sala buia dello Stonewall Inn al numero 53 di Christopher Street nel cuore del Village. Qui sono scoppiate le rivolte per i diritti degli omossessuali nella notte tra il 27 e il 28 giugno del 1969 (il destino nelle date), qui si sono dati appuntamento per aspettare insieme il Decision Day, il giorno in cui la storia può prendere un altro giro. Il raduno era per le 5 e 30 del pomeriggio: «Venite vestiti di rosso, se avremo vinto faremo festa, altrimenti piangeremo insieme». Hanno vinto e nessuno bada più all' orario dell' invito, sono già tutti qui. Poco dopo un altro urlo, i giudici di Washington scelgono di non decidere sulla Proposition 8, la legge della California che mette al bando le unioni tra coppie dello stesso sesso. La Corte d' appello, a cui tocca ora legiferare, non perde tempo e stabilisce che entro 25 giorni il divieto sarà tolto. Portando a 13 gli stati dove il matrimonio gay è legale, coprendo così il 30% degli americani. Fa caldo qui dentro, i vestiti si appiccano alla pelle, l' aria condizionata non aiuta, la porta non si può più chiudere: il fiume di gente si ingrossa sempre di più. Musica ad alto volume, risate. Alfred, è nato nelle Filippine ed è cresciuto a New York, è «molto cattolico» ma non condivide la posizione della Chiesa. Gli dicono che i vescovi di New York hanno appena attaccato la decisione della Corte Suprema. Il più duro di tutti è Timothy Dolan, titolare di San Patrick: «Questo è un giorno tragico per la nostra nazione. È una decisione sbagliata». Alfred sorride, bacia il suo compagno. Tim fa l' artista e dalla sua galleria di Chelsea è venuto qui in bicicletta. Si asciuga la faccia lucida poi, senza riprendere fiato, ringrazia Obama: «È merito suo se siamo arrivati a questo, senza di lui non sarebbe stato possibile». Barack è stato il primo presidente a sostenere in pubblico e con forza la battaglia per i diritti. Lo fa in piena campagna elettorale in una storica intervista tv nel 2012 e adesso, è il più veloce di tutti a esultare per quella cheè anche una sua vittoria. Va su Twitter usa l' hashtag "love is love", che vale un discorso di mille parole. Poi arriva il comunicato ufficiale: «Siamo di fronte a uno storico passo avanti verso l' eguaglianza. Applaudo alla decisione di abbattere il Defense of Marriage Act.È una vittoria per le coppie che hanno lottato a lungo per un trattamento equo di fronte alla legge. Siamo un popolo che dichiarò che tutti sono stati creati uguali». Poco lontano da qui, sulla Fifth Avenue, fa festa anche Edith Windsor, la donna di 83 anni, che ha dato il via alla causa. Alla tv racconta: «Mi hanno fatto pagare la successione sui beni di mia moglie, se fosse stata un uomo invece sarebbe stato tutto gratis. Non è per i soldi, ma per il principio che mi sono imbufalita. E adesso voglio andare allo Stonewall». Dal bar parte un applauso. Abbracci e boccali di birra. La guardano raccontare la sua avventura e qualcuno piange. Carol, che fa la tecnica informatica da Google, fa sì con la testa: «Anch' io ho avutoi suoi stessi problemi». Usa il passato perché adesso non dovrebbe averli più. La legge infatti sblocca qualcosa come 1100 benefit federali che adesso potranno andare anche alle coppie dello stesso sesso: tasse, pensioni, assicurazioni mediche e i diritti di proprietà sulle caseo nelle attività commerciali. «La gente ha capito, la gente è con noi», grida Tim. E i sondaggi degli ultimi mesi gli danno ragione. La maggioranza degli americani è a favore dei matrimoni omosessuali: «Il paese è cambiato, restano delle sacche ancora ostili ma la coscienza collettiva ormai è matura», spiega al New York Times Chad H. Griffin, presidente di Human Rights Campaign. E infatti anche i Repubblicani arrivano divisi a questo appuntamento, in ordine sparso. E, doloroso paradosso per i falchi del partito, è proprio un giudice nominato da Ronald Reagan a spostare l' ago in favore del sì. Il voto di Anthony Kennedy è quello del 5 a 4: «Va abolita questa legge perché viola il Quinto emendamento», scrive nella sentenza. E si guadagna la riconoscenza dello Stonewall. Il sole scolora contro le finestre del locale, sta per iniziare quella che sarà una lunga notte. Aspettando la festa di domenica, quando ci sarà il Gay Pride: «Dopo tante ingiustizie, adesso ci godiamo la nostra libertà».    DAL NOSTRO INVIATO MASSIMO VINCENZI

 

 PRIMATO DELLA CIVILTÀ

Gli americani hanno capito che la difesa dei diritti è una conquista di civiltà

LA DECISIONE della Corte suprema americana di annullare la legge federale in "difesa del matrimonio" - che vietava il matrimonio gay - rispecchia un cambiamento profondo nella vita americana. QUELLA legge era stata firmata meno di vent' anni fa da Bill Clinton, un presidente democratico con l' appoggio bi-partisan. La legge fu approvata 342 contro 67 alla Camera e 85 contro 14 al Senato, rispecchiando la realtà politica dominante del momento. Era il 1996, c' erano elezioni in vista e molti democratici, pur non amando quella legge, avevano sentito l' esigenza di votarla per paura di essere massacrati alle urne. In teoria, la Corte suprema non dovrebbe badare né ai sondaggi né alle urne, ma non è casuale che questa decisione arrivi quando, per la prima volta, la maggioranza degli americani approva il diritto agli omosessuali di sposarsi. In soli cinque anni, da quando il presidente Barack Obama è stato eletto per la prima volta nel 2008, la percentuale di americani che appoggia il matrimonio gay è andata da una netta minoranza, 44 per cento, ad una netta maggioranza, il 55 per cento oggi. Se si va indietro nel tempo, il cambiamento è ancora più radicale. Nel 1965, il 70 per cento degli americani considerava l' omosessualità un fatto nocivo ed era all' ordine del giorno vedere persone, scoperte nella loro omosessualità, cacciate dal posto di lavoro (prassi che rimane legale in molti Stati degli Usa). Nel 2004,i repubblicani promossero referendum contro il matrimonio gay insieme con le presidenziali in vari Stati chiave per stimolare il voto conservatore, una mossa che secondo alcuni politologi garantì la vittoria minima di Bush in due o tre Stati proprio grazie al forte voto antigay. Solo otto anni dopo, nel 2012, Obama (leggendo attentamente i sondaggi) decide di appoggiare apertamente il matrimonio gay e riesce ad usarlo come punto di forza nella sua rielezione. Che cos' è cambiato, dunque, nella società statunitense? Il movimento per i diritti gay ha "normalizzato" l' omosessualità e ha saputo usare sapientemente il linguaggio dei diritti civili per la sua battaglia. Spostando il dibattito da un piano morale-religioso ad un piano giuridico i gay hanno fatto appello a sentimenti di giustizia molto sentiti. Il movimento di diritti gay ha incoraggiato milioni di omosessuali ad uscire allo scoperto. Celebrità molto amate hanno rivelato di essere gay e personaggi apertamente omosessuali sono diventati sempre più presenti nella cultura popolare. Così, l' America ha scoperto che (grande sorpresa) gli omosessuali sono presenti in tutti gli Stati (blue rossi), in tutte le classi economiche e (quasi) in tutte le famiglie. Quindi anche politici ultraconservatori come il vice presidente Dick Cheney e Newt Gingrich hanno visto la figlia (nel caso di Cheney) e la sorella (nel caso di Gingrich) uscire dall' ombra ponendo un problema politico. Anche un politico "superduro" come Cheney ha dovuto dimostrarsi un po' più morbido sui diritti degli omosessuali per non perdere sua figlia. L' ex capo della campagna elettorale di George Bush e Dick Cheney nel 2004, Ken Mehlman, si è dichiarato gay nel 2010 - segno dei tempi - e ha appoggiato la causa del matrimonio gay. Anche nel mondo dello sport professionistico - per lungo tempo baluardo dell' omofobia - molti hanno cominciato a professare tolleranza verso i gay. Quando un tifoso del grande giocatore di basket, Kobe Bryant, ha twittato il termine "frocio" la stella dei Lakers ha risposto rapidamente "not cool". Non è un caso, quindi, che l' appoggio ai diritti gay aumenti in tutti e due i principali partiti mentre la politica razziale diventi una questione sempre più polarizzata. In alcuni Stati del profondo Sud il 90% dei bianchi ha votato contro Obama sia nel 2008 sia nel 2012. Mentre iniziative per il matrimonio gay hanno avuto successo in Stati piuttosto moderati come Iowa e Maryland. Forse perché molte famiglie conservatrici hanno scoperto di avere figli e cugini gay, ma non succede tanto spesso con il colore della pelle. Questo aiuta a spiegare come mai la Corte suprema abbia smantellato uno dei pilastri dei diritti civili per i neri (il Voting Rights Act) nella stessa settimana in cui ha annullato la legge in difesa del matrimonio tradizionale. Nel 1901, il noto scrittore satirico Finley Peter Dunne scrisse che «la Corte Suprema segue le urne». È ancora vero.

ALEXANDER STILLE

La nostra vergogna

di MICHELA MARZANO

L’abolizione da parte della Corte suprema degli Stati Uniti del Defence of Marriage Act è molto più che una vittoria storica per l’affermazione dei diritti degli omosessuali. Come ha giustamente commentato il presidente Obama, si tratta di una vittoria collettiva, la vittoria della libertà di tutti. È solo nel momento in cui tutti i cittadini vengono trattati nello stesso modo, infatti, che la libertà di ognuno diventa reale ed effettiva. Tutti liberi di essere se stessi e di amare una persona dello stesso sesso, indipendentemente dalle aspettative sociali, dai dogmi religiosi e dagli stereotipi culturali. Senza più vergogna. Senza più doversi nascondere o fingere. Perché la legge, ormai, non solo non tollera l’omofobia e la transfobia, ma non può nemmeno più imporre ai cittadini di accettare l’ordine simbolico della “famiglia tradizionale”.

Che pensare allora dell’Italia, ormai ultima della classe in Occidente in tema di diritti e libertà individuali, che non ha neppure un ministro delle Pari opportunità? Come giustificare l’assenza di una legge non solo sui matrimoni gay e le unioni civili, ma anche sui reati di omofobia e transfobia? Come si fa a tollerare ancora l’odio nei confronti di chi non ha altra colpa che quella di amare una persona dello stesso sesso?

Il vero problema dell’Italia, in cui alcuni diritti non sono ancora accessibili a tutti, è proprio quello della mancanza di libertà e di uguaglianza. Nel nostro paese, nonostante le grandi dichiarazioni di principio, i cittadini continuano di fatto ad essere distinti in due categorie: da un lato quelli di serie A, ossia gli eterosessuali che, in quanto conformi alle norme vigenti, vengono considerati e trattati come “normali”, “adeguati” e “degni”; dall’altro lato quelli di serie B, ossia gli omosessuali che, proprio perché non-conformi alle norme, vengono considerati e trattati come “anormali”, “devianti”, “indegni”.

Un popolo di “quasi adatti”, per utilizzare le parole dello scrittore Peter Hoeg, che dovrebbero smetterla di domandare gli stessi diritti di tutti gli altri. Non si può mica volere tutto e il contrario di tutto – pensano ancora taluni, spiegando che non si può al tempo stesso voler essere liberi di non conformarsi alle aspettative altrui e voler essere trattati come tutti gli altri. Non si può mica essere al tempo stesso diversi e uguali – cercano di argomentare altri, senza capire che l’uguaglianza dei diritti è proprio l’uguaglianza nella diversità.

L’Italia è arretrata. Nonostante gli sforzi fatti in questi ultimi decenni dalle associazioni Lgbt e dai difensori delle pari opportunità per tutti i “diversi”, i pregiudizi persistono. La differenza continua a far paura. Rimette ancora troppo in discussione quello che si conosce, o che si pensa sapere, spingendo a rifiutare ciò che è “altro” rispetto a sé, ai propri codici, alle proprie abitudini. Ecco perché c’è tanta urgenza di leggi che riconoscano i diritti degli omosessuali e dei trans, e che permettano di dire in modo chiaro da che parte stanno la libertà e l’uguaglianza, e da che parte invece continua a stare la vergogna: in un paese democratico e liberare non ci si può vergognare di quello che si è o di chi si ama; ci si dovrebbe piuttosto vergognare di non permettere a tutti, nonostante le differenze, di essere uguali e liberi.

 

Paul Harding vincitore del premio Pulitzer con il libro "L'ultimo inverno"

Lo scrittore USA:”Molti cittadini pensavano già da tempo che fosse giunta l’ora”

Harding: “Una decisione politica, ora la nazione è più democratica

 

“Questa è una decisione importante per tutti, ha a che vedere con la crescita e il miglioramento della società americana. L’intera nazione ne esce più democratica.”

Lo scrittore Paul Harding che con il suo L’ultimo inverno ha vinto il Pulitzer tre anni fa non trattiene la gioia. “Sono eterosessuale, ma che vuol dire? La data è storica per tutti noi americani. La corte suprema ci appena tolto il Voting  Act che proteggeva le discriminazioni razziali, ma or ci regala un passo in avanti per i diritti omosessuali”

Crede che la decisione sarà apprezzata da tutti?

Per quel che vedo io, almeno la metà dei cittadini degli Stati Uniti pensa che sia giunta l’ora che le coppie gay abbiano tutto ciò che hanno le coppie eterosessuali, dal sistema di sicurezza sociale al diritto di non pagare le tasse di successione, per non parlare dei diritti dei loro bambini. Certo ci sarà chi  sarà sconvolto, ma si andrà avanti lo stesso.

La Corte ha citato il quinto emendamento.

Giustissimo, di quello si tratta: uguale libertà e uguali diritti per tutti davanti alla legge. Dal 1996, quando fu varato il Defense of Mariage Act,era sancito un abuso  dell’autorità del governo sui cittadini. Ora  è finita. E abbiamo un presidente che ha twittato”Lovelslove” E’ il primo a fare una cosa molto bella del genere. Ora ci saranno più coming out, più omosessuali che si sentiranno liberi di esserlo. Se penso ai miei nonni, ai miei stessi genitori: avevano visioni più ristrette, su certi argomenti. E adesso invece  quello che so di poter sperare è che i miei figli e i miei nipoti avranno amici di ogni genere e inclinazioni senza problemi. E’ proprio la formalizzazione dei valori in cui ci riconosciamo, e che riconosciamo a gay, lesbiche, bisessuali, transgender, a essere importante. Ognuno può sentirsi più liberi di esprimere se stesso  e la sua sessualità.

Che cosa pensano i suoi amici gay?

Che nel futuro ognuno potrà essere libero anche di non sposarsi, se non lo desidera. Fra loro c’è anche chi considera il matrimonio un’istituzione legata all’eterosessualità e al dominio dell’uomo sulla donna. Ma vuole ugualmente avere il diritto di farlo. Questo finora perché per la comunità gay si è trattato anche di un gesto politico, un atto di affermazione. Si è trattato di chiedere di potersi sposare per essere accettati. Adesso il mondo gay perderà il connotato forte dell’emarginazione, diventerà qualcosa di diverso, di più incluso nella società. E il matrimonio potrà essere fino in fondo anche per loro quello che è  per tutti un gesto d’amore.

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